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Aumento Iva 1° ottobre 2013 dal 21% al 22%: tutto quello che c’è da sapere

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Aumento Iva e rincari Aumento Iva Servizi: aumentano i prezzi con rincaro Iva

Il governo vacilla e l’aumento dell’Iva (ri)piomba nella quotidianità degli italiani: dopo le poco convinte e convincenti promesse dell’esecutivo di rimandare a gennaio 2014 il rincaro dell’imposta sul valore aggiunto, dal 1° ottobre 2013 si passa da una tassa del 21% a una del 22%. Un +1% che interessa solo l’aliquota ordinaria, mentre almeno per il momento quella ridotta (del 10%) e super ridotta (del 4%) non subiscono variazioni di sorta e restano così come sono. Ma come influirà l’aumento sulla vita dei cittadini?

La decisione di ritoccare al rialzo esclusivamente l’aliquota più alta mette teoricamente al riparo i consumatori da un’impennata dei prezzi dei beni cosiddetti di prima necessità: a risentire dei rincari saranno invece elettrodomestici (lavastoviglie, lavatrici e frigoriferi), piccoli elettrodomestici (tv, radio, hi-fi e computer), prodotti e biancheria per la casa, arredamento, abbigliamento e accessori, giocattoli, alcolici (vino e birra), gioielli, bigiotteria, prodotti di cancelleria e l’indotto automobilistico (auto, accessori, pezzi di ricambio, manutenzione e riparazioni), il settore del benessere e della cura del corpo (estetisti e parrucchieri, barbieri) e quello dei servizi (lavanderie e tintorie).

Tuttavia, non è affatto detto che pure pane, verdura, frutta, carne, pesce e latte non finiscano con l’aumentare. I beni primari rischiano di essere colpiti dall’effetto boomerang del rincaro dei carburanti, probabilmente quello che peserà di più nelle tasce degli italiani: dal 1° ottobre infatti la benzina costerà 1,5 centesimi in più al litro e il gasolio 1,4. Un aumento che influenzerà di riflesso i prezzi di beni e merci ‘trasportate’, anche se alcuni grandi marchi, come per esempio Ikea ed Esselunga, hanno promesso che lo ‘assorbiranno’ senza ricadute sul costo dei loro prodotti.

In generale, secondo le stime delle associazioni di consumatori il passaggio dell’Iva dal 21 al 22% andrà a incidere in maniera significativa sull’economia delle famiglie, già gravate da tasse e imposte di ogni tipo: per Codacons sarà pari infatti a 349 euro l’anno, mentre Adusbef e Federconsumatori stimano una ‘stangata’ compresa tra 207 e 260 euro (62 euro dei quali solo nell’ultimo trimestre ottobre-dicembre ). Ma non solo.

L’aumento dell’Iva si ripercuoterà anche sulle spese natalizie (con Confocommercio già in allarme) e sull’inflazione, che per il Def supererà la soglia del 2%, facendo registrare una media del 2,1% per tutto il 2014, contro l’1,5% del 2013.


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